Le amiche di Patrizia

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  1. feetmania
     
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    Per vincere le monotonie delle serate da ufficiale solitario nelle montagne bellunesi decisi di iscrivermi ad un corso di inglese, lingua che già conoscevo abbastanza bene, che, però volevo approfondire.

    Mi ritrovai a far parte di un gruppo di allievi la maggior parte dei quali era neofita, per cui, non avendo nulla da imparare, dedicai la mia attenzione all’insegnante, una bella ragazza della mia età neo laureata in lingue, e ad alcune giovani allieve, le quali, me ne accorsi subito, erano più attratte dalla mia divisa che dalla lingua di Shakespeare.

    Non persi tempo e, già alla fine della seconda lezione, invitai tutti gli allievi e l’insegnante a concludere la serata in una birreria dei dintorni in cui si poteva anche ballare.

    Non si fecero pregare, così, con quattro macchine, ci recammo nel locale quasi vuoto, a parte qualche ragazzetto sfaccendato che ammazzava il tempo da solo.

    Dopo poche decine di minuti riuscimmo creare un’atmosfera sufficientemente adatta a dare inizio a qualche danza: certo devo dire che approfittai della mia divisa e del fascino della mia laurea per accaparrarmi l’attenzione di Patrizia, dell’insegnante, Clara, e delle altre ragazze; i balli erano tutti miei.

    E, con i balli, gli inevitabili strusci niente affatto casuali ed i sussurri e gli inviti a fare qualcosa di più.

    La proprietaria della birreria, una ragazzotta dallo sguardo attento ed intelligente, ad un certo punto ci annunciò che il locale doveva chiudere: si era fatto davvero molto tardi.

    Noi tutti accennammo a qualche protesta, ma lei, intransigente, si recò a chiudere le porte e ad abbassare le serrande… lasciandoci però all’interno.

    Fu così che, capito il senso dei suoi gesti, la invitai a ballare, per cortesia e per ringraziarla della comprensione.

    Per tutta risposta, Adele, la proprietaria, mi si strinse addosso e, senza pudore, cominciò a baciarmi il collo, aumentando un’eccitazione che, passando da una ragazza all’altra, era quasi al massimo.




    Io risposi immediatamente alla lieta provocazione, accarezzandole i seni prosperosi e stringendola voluttuosamente a me, in modo da farle sentire chiaramente la mia erezione che era evidente ad occhio nudo.

    A quel punto Patrizia, visto che Adele si stava impadronendo di me, salì su un tavolo e, richiamata l’attenzione di tutti, iniziò uno spogliarello in piena regola.

    I ragazzi del corso circondarono il tavolo battendo le mani al ritmo della sua danza, mentre le ragazze se ne stavano un po’ in disparte e Clara, l’insegnante, cercava di decidere se partecipare all’euforia generale oppure mantenere il contegno dovuto al suo ruolo.

    Adele, nel frattempo, si staccò da me e, salita a sua volta sul tavolo, formò un duetto con Patrizia, quasi una gara per il miglior strip tease.

    Eravamo tutti eccitatissimi e incitavamo le due ragazze a non fermarsi battendo vigorosamente le mani.

    Quando le due furono in mutandine e reggiseno si fermarono ed anche i battimani cessarono: Adele allora pretese che un ragazzo salisse con loro per togliere gli ultimi indumenti.

    Nessuno aveva il coraggio di farlo, dopotutto eravamo solo nel 1971 e molti timori perbenistici sopravvivevano ancora: mi decisi io, forte delle mie idee di ex rivoluzionario del ’68 sul sesso libero e cose del genere.

    Salii sul tavolo e, danzando, piuttosto male in verità, attorno alle due ragazze, sganciai i reggiseni facendo prorompere due paia di tette di tutto rispetto, per poi dedicarmi agli slip che, lasciatele nude completamente, volarono addosso ai ragazzi eccitati che facevano cerchio.

    Le abbracciai in una danza lenta e voluttuosa di fronte a tutti: sentii le loro mani incrociarsi su di me e, un po’ alla volta, slacciarono i bottoni della mia divisa, finchè rimasi nudo sul tavolo come loro.

    Su udì un battimani scrosciante provenire dal pubblico: le ragazze sembravano le più eccitate.

    Solo Clara se ne stava ancora in disparte a guardare, rossa in volto, ma con gli occhi che le brillavano.

    Allora, nudo com’ero, scesi dal tavolo e mi avvicinai a lei, la presi per mano e la condussi al centro della sala invitandola a ballare; lei non seppe sottrarsi all’invito ed accettò di fare un ballo lento con me.

    Ero talmente eccitato dalla situazione che non persi tempo: iniziai provocantemente a sollevarle la gonna, esponendo le sue belle gambe agli sguardi di tutti; feci cadere la gonna, alla quale seguirono la maglia, la camicetta, il reggiseno e le mutandine, che sentii bagnate.

    Guardandomi attorno, mi accorsi che ormai tutte le ragazze erano state prese d’assalto dai maschi: erano quasi tutti nudi ed eccitatissimi.

    Patrizia e Adele intanto si erano avvicinate a Clara ed a me e tutti quattro improvvisammo una strana danza fatta di movimenti chiaramente e provocatoriamente erotici, che mimavano di continuo l’atto sessuale nelle sue varie posizioni ed interpretazioni.

    Le tre donne mi distesero su un tavolo e, con le loro labbra voraci, iniziarono a percorrermi il corpo, disputandosi il possesso del mio turgido cazzo.

    Anche gli altri tavoli erano di sostegno ad altri amplessi multipli, con mani femminili che si impossessavano di cazzi eretti e cazzi che cercavano prepotenti le umide vie delle fighe disponibili.

    Non mi spaventava il fatto di essere preso d’assalto da tre donne contemporaneamente, così lasciai a loro l’iniziativa: non si fecero attendere.

    Adele fu la prima ad accosciarsi su di me disteso supino, spegnendo nella sua figa l’ardore della mia erezione; Patrizia pretese di essere leccata sul clitoride protendente, mentre Clara, persa ogni inibizione da professoressa, si strofinava le tette su di me, in attesa del su turno.

    Ovviamente cercai di non eiaculare nella figa di Adele e riuscii a farle raggiungere un orgasmo che la fece urlare di piacere: subito mi rialzai e, stesa Clara sul tavolo, mi impadronii di lei e della sua figa stretta e bagnata, pompando come un pazzo.

    Sentivo intanto una lingua guizzare tra le mie natiche e raggiungere il piccolo pertugio tra di esse: la cosa mi eccitò moltissimo, tanto che stentavo a non eiaculare subito, anche se mi ero ripromesso di chiavarle tutte tre prima di sborrare.

    Per fortuna fui distratto da Marco, uno dei ragazzi del corso di inglese, il quale, approfittando della posizione della sua insegnante, cominciò a leccare ed a succhiare le tette di Clara, la quale urlava come una cagna in calore e, senza più alcuna decenza, urlava che voleva che la fottessero tutti come una troia.

    Così fu infatti: la nottata si concluse, per me, quasi all’ora dell’alzabandiera, con il mio cazzo ormai ammainato per le folli scopate, ma pronto a riprendere quanto prima la tenzone.
     
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0 replies since 9/5/2013, 13:26   309 views
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